zà zia: za Mariicce, zia Maria; si usa davanti ai nomi propri come forma di rispetto verso le persone anziane: za Trèsa, zia Teresa, la signora Teresa.
ʒacarèllə s.f. - 1. Nastro, striscia. 2. Coriandoli.
zacchərə s.f. - 1. Acaro, zecca. 2. Persona noiosa, fastidiosa: si gnè na zacchərə, sei appiccicoso come una zecca.
ʒagàjà v. tr. - Camminare, andare via.
ʒài̯nə s.f. - Zinale, grembiule.
zambə s.m. - Salto. Loc.: zàmbə gnè nu gréllə, salta, è scattante come un grillo.
ʒambijà v.tr. - Calpestare, camminare sui campi lavorati.
zannəjà v. tr. - Azzannare ripetutamente.
ʒannəjàtə agg. - Azzannato, azzannata. - detto di oggetto, animale o persona, che ha subito un azzannamento continuato da parte di un animale (cane, gatto, ecc...).
ʒanʒanə s.m. - 1. Mediatore tra venditore e acquirente in affari commerciali, specialmente nelle contrattazioni di prodotti agricoli e di bestiame. 2. Chi aiuta più o meno copertamente qualcuno in una brutta azione, in un imbroglio, o gli tien mano nel gioco delle tre carte.
zappàṷnə s.m. - Zappone, zappa.
zappə agg. - Affollato, pieno, zeppo: stà zappa zappe, è pieno di gente.
zàppələ s.f. - [lat. tardo zippula, dolce fatto di pasta e miele] 1. Ciambella, tradizionale per la festa di san Giuseppe e Natale. 2. Cuneo di legno.
zzardatàṷrə s.m. - Uno che rischia o che ama rischiare.
zàṷchə s.f. [lat. tardo sōca «fune», prob. voce di origine celtica]. - Fune, corda. ‣ Dim. zucarellə.
zàʒʒərə s.m. - Schizzi di fango che si formano sulle pecore, sulle papere e sulle galline. ‣ Dim. zàʒʒarillə.
ʒèi̯tə s.f. - Sposa.
zèllǝ s.f. - Cosa stantia, vecchia; rabbia.
zəffinnə loc. a zəffinnə – Abbondanza, in gran copia, pièṷvə a zəffinnə, piove a rovescio.
zənatə s.f. - Quantità di roba che può essere contenuta in un grembiule.
zəngarià v.tr. - Usare maniere proprie degli zingari, per truffare, abbindolare.
zènghərə s.m. e agg. - Zingaro: lə zènghərə fatejə la festə e lu maletempə; quindi mai. Ce vo ‘a zènghərə pə ‘nduvənè la sortə? (è cosa talmente ovvia)
zəppəlallə s.m. - Varietà di mais.
zəppəlànnə s.f. - Sfottimento, sfottò, presa in giro.
zətəllə s.f.pl. - Mela dal frutto piccolo, forma appiattita, asimmetrica; buccia di spessore medio sottile, giallo chiaro, biancastra, sfumata di rosso chiaro sul 20% circa della superficie, all’insolazione; polpa bianca, mediamente compatta, croccante, mediamente succosa e dolce; acidula, aromatica.
ʒerrə s.m. - Maschio della capra, caprone.
zézzə s.f. - Mammella, seno: ssu quatràrə vo la zézzə, quel bimbo vuole prendere il latte, vuole il latte della mamma.
zì voc., si antepone al nome di uno zio o di qualsiasi nome proprio di persona anziana in segno di rispetto: zì Giüvannə, zio Giovanni, il signor Giovanni.
zijanə s.m. e f. - Zio, zia; poss. zïànəmə, mio zio, zïànətə, tuo zio.
zirallà - Voce per allontanare le capre.
ʒʒirì ʒʒirì - Voce per chiamare le capre.
zizilié v. intr. - Cigolare.
zizì s.m. - 1. Si usa chiamando qualunque vecchio, di cui non si sappia il nome. 2. Zio.
zòcchələ s.f. - 1. Topo di chiavica. 2. fig. spreg. Donna di malaffare. Fig. Zòcchələ vicchiə, furbacchiona. Accr. Zucculàṷne donnaccia.
zucarèllə s.f. - cordicella.
zuccalatìṷre s.m - Motivo decorativo che si svolge, con funzione prevalentemente protettiva, lungo la parte inferiore delle pareti di vani interni.
zufflatàṷrə s.m. - Tubo di metallo piuttosto lungo con una delle parti terminali schiacciata. Serviva per soffiare nella brace del camino e ravvivarne il fuoco. Fig. Fucile.
zuffrè v.tr. - Soffiare.
zuffunnà rifl. - Sprofondare, sprofondarsi. Loc.: z’é zuffunnàtə, è sprofondato nei debiti, si è rovinato; impr.: tə pùzza zuffunnà! possa tu ridurti in pessimo stato!
zullə s.f. - 1. Mettersi in allegria. 2. Corsa che gli animali prendono quando sono incitati o spaventati.
zumbà v.tr. - Saltare.
zurrujà v.tr. - Fare rumore.
zuzù s.m. - Vezzeggiativo di cane ed è usato pure per richiamarlo, unendolo a tè, dicendo Tè qqua zuzù! ⇒ tè tè.
zuzzaréjə s.f. - Sporcizia.
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